Ho sempre avuto un certo timore nel sostituire gli ingranaggi dalle sale delle mie locomotive: spesso preferivo ricomprare l'intera sala.
Poi un giorno ho osservando il numero di sale sostituite (e di conseguenza, i soldi spesi), mi sono messo a studiare un metodo semplice per rimediare. Ovviamente la migliore soluzione sarebbe quella, a monte, di avere ingranaggi che non si rompessero, ma questa speranza è ancora lontana dal concretizzarsi.
Spulciando la rete ho trovato degli estrattori specifici, ma dal costo non proprio indolore, senza considerare il fatto che si limitavano, appunto, alla sola estrazione di una delle due ruote senza garantirmi il processo all'inverso. Ricordo ancora con orrore il dondolio di una sala su un 326 artigianale, quando non ero stato in grado di squadrare esattamente la ruota rispetto al suo asse: da questa brutta esperienza avevo maturato l’errata convinzione che fosse meglio non pasticciare con gli ingranaggi. Ma i tempi cambiano e così pure la mia filosofia: la soluzione che ho trovato è stata quella di affrontare il problema suddividendolo in singoli processi.
Fase 1: individuare gli strumenti
Avevo già una morsa da banco, per cui mi sono solo accertato che le parti mobili non avessero giochi e che le ganasce chiudessero in maniera corretta. Ho poi utilizzato un piccolo martello, un rivetto e un paio di pinze.
Fase 2: rimozione della ruota isolata
Non avendo un estrattore, ho collocato la sala sulla morsa posizionandone il lato isolato verso l’alto. Ho quindi sistemato la punta di un rivetto sull’asse e con un lieve colpo di martello, sono riuscito a separarlo dalla ruota. In alternativa, va bene anche un chiodo, l’importante è che non sia di diametro maggiore dell’asse, altrimenti si rischia di danneggiare la parte isolante. In alcuni casi l’anello d’isolamento è rimasto sull’asse, altre volte invece è rimasto sulla ruota. Nel primo caso, basta sfilarlo a mano per liberare la strada all’estrazione dell’ingranaggio rotto… anzi, visto che l’ingranaggio è rotto, può anche essere trattato senza troppe attenzioni.
Fase 3: montaggio del nuovo ingranaggio
Avendo cura di trattare una sala per volta, ho inserito il nuovo ingranaggio fino alla profondità giusta: per capire quale sia, è bastato confrontarla con una sala ancora da trattare.
L’ingranaggio sostituito è più largo dell’originale, quindi si ha un minimo di tolleranza nel rimontarlo: l’unica attenzione è quella di provarlo sul carrello per vedere che non interferisca con la chiusura del carter.
Fase 4: rimontaggio della ruota
Questa è la fase più delicata perché bisogna essere sicuri che l’accoppiamento in squadra e lo scartamento torni come in origine.
Si posiziona quindi la ruota non isolata (quella che comprende l’asse) su un fianco della morsa, e l’altra ruota nel fianco opposto. Si inizia quindi a stringere la morsa facendo entrare la ruota nuovamente nell'asse.
Per raggiungere lo scartamento esatto, basta comparare la nuova sala con una d’origine (ecco il perché di trattare una sala per volta). Una volta serrata la morsa alla giusta larghezza, il lavoro non è finito: per essere sicuri della messa in squadra ottimale, bisogna allentare di un quarto di giro le ganasce, e far ruotare la sala di 90°.
Successivamente si ristringe come in origine.
Se tutto va bene, non si noteranno aggiustamenti della ruota.
Ecco come ho proceduto, niente di eccezionale.
Sicuramente ci saranno sistemi anche più semplici del mio, ma questo ha il vantaggio che non costa praticamente niente (non venitemi a dire il costo delle pinze e della morsa da banco… quelle le dovete già avere, altrimenti che modellisti siete?).
Un ultimo suggerimento: per controllare gli ingranaggi delle sale senza smontare i modelli, basta passare due dita sulle ruote motrici applicando una leggera pressione. Se queste si mettono a girare, significa che l’ingranaggio dell’asse è compromesso. Ovviamente un minimo di gioco è normale, ma se riuscite a fargli fare oltre un quarto di giro, c’è sicuramente un problema.
Buona revisione a tutti.